Lettera di don Danilo, economo della diocesi, sulla proposta di alienazione della chiesa del Suffragio

Pubblicato giorno 5 agosto 2022 - In home page

Egr. Sig. Fiori,

anzitutto la ringrazio soprattutto per avere firmata la sua lettera ed essersi quindi esposto ad un confronto reale nel quale ciascuno possa esprimere il suo parere.

Entrando nel merito delle sue affermazioni le rispondo:

  1. Evidentemente tra i frequentatori della parrocchia di Santarcangelo da lei citati come contrari alla alienazione del Suffragio non vi è neanche un membro del Consiglio Pastorale, nè di quello economico…infatti questi in seduta congiunta hanno scelto di esplorare la possibilità della via della alienazione come unica via percorribile per affrontare davvero il problema. Inoltre la parrocchia ha organizzato due assemblee pubbliche in ambito laico chiamando la popolazione a confrontarsi con tali proposte.

Questa scelta dunque è venuta dopo un serrato confronto dove nessuno certo ha goduto di doverla fare m essendo portati a questa da  ragionevolezza e realismo.

  1. Il problema vero non è la chiesa del Suffragio ma che la comunità ecclesiale santarcangiolese abbia una sede di comunità adeguata.

Nessuno, che io sappia, pensa di poter sostituire la Collegiata col Suffragio. E la Collegiata —se non vi si mette mano- potrà restare aperta per poco, purtroppo per molto poco.

  1. Per mettervi mano davvero è ragionevole pensare che servano ancora circa 1,5/2 milioni di euro. Il primo step di lavoro -che ha avuto una previsione di costi per quasi un milione di euro- è stato possibile in gran parte solo grazie ai lavori che non il Vaticano ma la Chiesa italiana, riminese e santarcangiolese ha finanziato. Il Vaticano ha un bilancio suo che non c’entra nulla con quello della Chiesa Italiana. Il Vaticano dovrebbe provvedere ai bisogni delle Chiese nazionali dei circa 200 paesi del mondo? E in che modo?

Per accedere ai fondi 8×1000 della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) vi è evidentemente una prassi che abbiamo già ulteriormente attivata, dopo aver già avuto il finanziamento necessario per il primo step.

E, mi scusi, il palazzo di Londra non c’entra nulla con la nostra Chiesa locale, casomai c’entra con qualche mela marcia che vi è in ogni paniere… E che il papa sta cercando di ripulire! E comunque anche a noi dispiace che vi sia! (Se lei poi riesce ad accedere ai soldi del palazzo di Londra o a quelli dell”‘impero immobiliare mondiale” sarei contento di incontrarla di persona.)

  1. Le chiese sono nate come luoghi di culto dalla gente per la gente. Lei dovrebbe sapere che il “culto” nella concezione cattolica non è solo la preghiera ma tutta quanta la vita del Popolo di Dio. Se un edificio religioso mantiene la stessa nobile finalità di edificazione del Popolo di Dio è pienamente all’interno delle ragioni della sua esistenza.
  2. L’economia della Chiesa ha vari organismi di controllo: si parte da quelli parrocchiali (Consiglio Pastorale e Consiglio economico), si prosegue con quelli diocesani (Collegio dei Consultori e Consiglio Affari Economici diocesano), a quelli della CEI (Ufficio beni culturali ed edilizia di culto), a quelli della Chiesa Universale (Congregazione per il Clero). Tutti questi devono esprimere parere favorevole sulle grosse scelte. Come pensare che tutti questi organismi (tra l’altro composti da sacerdoti ma anche da professionisti competenti e che amano la Chiesa!) si facciano manipolare e/o circuire mi pare presunzione del tutto gratuita e, mi permetta, anche un poco arrogante.
  3. Il futuro della Chiesa, stante la crescente diminuzione delle vocazioni sacerdotali e religiose e delle persone che frequentano la liturgia, sembra suggerire una necessaria contrazione delle nostre strutture che certamente nel 2050 non potranno essere quelle del 2000. Occorre scegliere già da ora quelle strutture che permetteranno di portare avanti la missione di evangelizzazione e di carità della Chiesa. Pena non soltanto perdere tempo inutilmente dietro alle strutture materiali ma anche disertare quel discernimento continuo che Gesù ha chiesto ai suoi discepoli perché la loro presenza nel mondo fosse significativa.
  4. La Chiesa non intende prestare il fianco a nessuna strumentalizzazione: né di chi è al governo, né di chi è all’opposizione. Eppure c’è sempre qualche personaggio che ci prova, soprattutto quelli che per anni e anni mai si sono coinvolti in nessuna attività ecclesiale. Non è un po’ sospetto che personaggi che non si sono mai coinvolti in nessuna attività ecclesiale saltino fuori solo in sede di polemica e mai in sede di proposte costruttive? Qual è, per esempio, la soluzione che lei propone per non far vendere il Suffragio ma anche per non dover chiudere la Collegiata? Ci abbiamo pensato a lungo, ma non è emersa alcuna altra strada percorribile. Anche l’idea di alienare il Centro Giovani è stata presa in considerazione, ma come farlo serenamente in una città che ha quattro chiese e nessun luogo di aggregazione giovanile? Non diciamo ogni giorno che sono essi il nostro futuro? Senza poi considerare che ogni attività giovanile è vera prevenzione a fenomeni come la trasgressione nelle droghe e la delinquenza.
  5. Anche io sono devoto a Santa Rita, la santa degli “impossibili”, e la prego spesso per uno scopo umanamente impossibile: donare un po’ di saggezza a chi non perde occasione per dire sciocchezze.

Le auguro ogni bene!

sac. Danilo Manduchi

economo diocesano