Un anno insieme alla famiglia Hsyan

Pubblicato giorno 29 novembre 2019 - In home page

Il 30 novembre è l’anniversario (il primo) dell’arrivo della famiglia Hsyan a Santarcangelo. Erano circa le 19 quando sono stati accolti da una bella rappresentanza di santarcangiolesi presso la chiesa della stazione (RH). Un anno che è volato e durante il quale sono successe tante cose belle (e alcune meno belle).
La cosa più bella è che il 9 gennaio è nata Luna  segno vivente di un nuovo inizio per questa famiglia, messa in salvo dalla violenza e dalla guerra.. Samar (la mamma) è arrivata in Italia che era all’ottavo mese di gravidanza, una gravidanza che ha dovuto essere accompagnata con un mese di ricovero. Ma la gioia è esplosa con la nascita di questa bellissima bambina.
Hyba e Mohamad hanno subito iniziato a frequentare la scuola dell’infanzia “Sacra Famiglia”, ben accolti dalle insegnanti e dai bambini. Questa estate hanno frequentato il centro estivo e poi ricominciato la scuola a san Vito; parlano benino l’italiano e sono ben integrati.
A settembre abbiamo trovato una nuova casa per questa famiglia, in via san Vito, vicino alla casina del’acqua. Abbiamo stipulato un contratto regolare di affitto di cui la parrocchia si è resa garante. A novembre Abdo ha iniziato un tirocinio lavorativo presso la cooperativa “La Fraternità”, nella speranza che tale tirocinio si trasformi in un impiego.
A marzo è arrivata la famiglia di Iftikar, sorella di Abdo, con i suoi tre figli, accolti molto bene dalla parrocchia di san Vito. Tutti tre i ragazzi sono stati inseriti nella scuola che stanno frequentando con buon profitto.
Con l’aiuto di Barbara è iniziato da questa estate un laboratorio di cucito per le donne, per consentire loro di imparare una professione ed eventualmente di confezionare abiti per le donne mussulmane che abitano in questo territorio: potrebbe essere un modo per sostenere il reddito di queste famiglie e aiutarle a raggiungere l’autonomia.
Grazie all’Associazione “Fermenta” hanno potuto realizzare un mercatino con le cose realizzate nel laboratorio durante la fiera di san Martino.

mercatino

Anche alcune cose meno belle sono successe e succedono.
In primavera a Najah, la nonna, è stato diagnosticato un tumore. E’ stata operata qui a Santarcangelo e adesso sta facendo la chemioterapia prevista. Abdo ha avuto qualche problema cardiaco che è stato risolto con un piccolo intervento. Preghiamo per loro perché il Signore conceda la salute di cui hanno bisogno.
Lo stato di preoccupazione di questa famiglia rimane alto. Nonostante loro siano al sicuro, l’aggravarsi della situazione in Siria li rende molto angosciati pensando ai tanti che ancora si trovano in situazione di difficoltà. Anche l’inasprimento della situazione politica in Libano, con i rientri forzati dei profughi in Siria, crea molti motivi di preoccupazione.
Anche per noi, sentire parlare di queste cose, oggi, ci trova più attenti e partecipi di un dolore e di un orrore che, dopo più di otto anni, non sembrano avere fine. Anche questo è accoglienza.

Nel frattempo altre famiglie sono arrivate sul territorio della provincia, accolti da altre parrocchie che hanno voluto seguire la strada della nostra comunità. Su questo possiamo dire di aver dato un buon esempio e un motivo di fiducia per addentrarsi in questa avventura dell’accoglienza.

Molte realtà della nostra grande parrocchia si sono mosse per sostenere questa accoglienza: è stata davvero un’esperienza comunitaria, che ci ha acconsentito di allargare il cuore. Non è scontato dire che, dopo un anno abbiamo ancora bisogno di aiuto. Chi fosse disponibile per accompagnare Najah per le terapie, si può rivolgere a Mara (333-2579096). Chi volesse contribuire al sostegno economico di questa famiglia può contattare la parrocchia.

Un anno è passato e in questo anno tutti siamo cambiati. Sono nate amicizie con persone che già vivevano a Santarcangelo, ma con le quali mai ci eravamo incontrati. Abbiamo organizzato e partecipato a feste con famiglie mussulmane. Abbiamo approfondito la conoscenza di storie di persone molto in gamba… tutto questo ci conferma nell’idea che ogni accoglienza è una scelta per la vita e genera nuova vita.

Ringraziamo Dio perché ci ha posti sulla medesima strada e non ci ha permesso di ignorarci e rimanere indifferenti gli uni agli altri. Dio è sempre più grande di noi e realizza prodigi non appena noi apriamo il cuore per vivere secondo la sua volontà, senza lasciarci frenare dalle difficoltà.
Noi lo possiamo testimoniare, perché in mezzo a tanta fatica che l’accoglienza ha richiesto e richiede, c’è tanto bene che fluisce e che diviene una benedizione per la nostra vita.

don Andrea Turchini